GIUSEPPE SALVATORE, UN’ARTISTA CHE DIPINGE SOGNI, MARE E PENSIERI Giuseppe Recchia

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Giuseppe Salvatore mentre opera a carboncino.

Diventa pittore non per caso nè perchè nasce artista, ma perchè ama i colori che nascono dalla vita. Giuseppe Salvatore impara a disegnare come molti bambini scarabocchiando ed imparando a dipingere buttando prima su carta e poi su tela i suoi pensieri ed i suoi sentimenti. Si diverte ad esprimere col carboncino, perchè lo sente più fisico e più naturale tutto il senso e il significato del suo essere artista.

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la Genova di Giuseppe Salvatore

Con gli anni cerca di ispirarsi ai grandi artisti del passato come Leonardo da Vinci, Caravaggio e Georges De la Tour, non tanto per copiarli o falsificarli ma per trarre nuova linfa per la sua pittura. Non copia Picasso, ma prende spunti dalla sua città che è Genova, città che può ispirare solo i realisti, città che a mio parere non va stravolta, città che merita amore e fantasia e lui dà questo alla Sua città che merita rispetto. Altri pittori liguri più o meno impegnati come Hiero Prampolini, Ligure di adozione, e pittore della scuola di Corrente diede atto al suo spirito di trasformazione nello spirito degli artisti di Corrente, riportando alla memoria di un’arte nuova, altri modelli, da Van Gogh a Munch da Kokoschka ad Ensor,  ma non ebbero l’ardire famelico e il temperamento da autodidatta di Giuseppe Salvatore che, come abbiamo già detto risale ai grandi del passato, al Caravaggio soprattutto, difficile da interpretate nelle sue differenze di luci ed ombre non nello stile ma nella  sua concezione di Arte che, per usare il linguaggio di Kant e della sua Critica del Giudizio «L’esito del discorso è in primo luogo quello di fondare l’autonomia del bello artistico in modo analogo al bello naturale, cioè con riferimento alla forma della finalità interna» . Anche se usa  molto realisticamente «la produzione di bellissimi oggetti fatti con vetro colorato,dalle lampadine in stile Tiffany, a specchi, orologi e vetrine varie».

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Federico Fellini visto da Salvatore.

Per il filosofo di Königsberg, Immanuel Kant «L’arte bella è una specie di rappresentazione che ha il suo scopo in se stessa, e che, pur senza scopo, promuove la cultura delle facoltà dell’animo in vista della comunicazione in società. La comunicabilità universale d’un piacere» . Che poi è lo scopo vero e fondamentale di Giuseppe Salvatore, fare Arte per il piacere di farla.

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